Il presidente dell’U.S. Imperia Werner Rivaroli deve disputare il campionato di Promozione e affida la società a Luigi Bodi, a capo di una cordata che, a breve, dovrebbe subentrare al vertice del club di piazza d’armi.
La figura di Luigi Bodi è scelta da Werner Rivaroli, oltre che per cercare di risalire la china, anche per ricomporre, almeno in parte, la frattura con la città: l’ex allenatore dell’U.S. Imperia negli anni Settanta e Ottanta ha lasciato a Imperia ottimi ricordi ed è incaricato dal presidente di verificare se esiste la possibilità di recuperare ex dirigenti e di aprire nuove prospettive societarie. Se il tentativo andrà a buon fine, Luigi Bodi diventerà il nuovo allenatore e coordinerà il settore giovanile, che sarà ricostituito, grazie anche a un accordo con l’U.S. A.C.L.I. Don Minzoni.
Inoltre pare esserci in atto un riavvicinamento tra il presidente Werner Rivaroli e Franco Viviani, rappresentante di un gruppo interessato a rilevare la società neroazzurra.
A esclusione di Riccardo Palma e Danilo Giordano, ceduto all’A.S. Imperia ’87, è confermata la rosa dell’anno precedente e la squadra si raduna al "Nino Ciccione", cominciando la preparazione sul campo di Piani di Imperia.
Sul capo dell’U.S. Imperia, però, pende la spada di Damocle dell’esclusione dal campionato e della radiazione, per inadempienza delle rate del mutuo federale. La prima rata del mutuo federale, ammontante a trentotto milioni di lire dei trecentoquaranta complessivi, non è pagata da Werner Rivaroli e non sono presentate garanzie per le prossime due, nei termini previsti dalla “Fidi calcio”: il 25 agosto 1988 la federazione è implacabile ed estromette l’U.S. Imperia dal campionato di Promozione, per poi radiarla.
Finisce in questo modo, una storia lunga sessantaquattro anni: si chiude un’epoca, è un dolore indescrivibile per chi ha sofferto, trepidato, trascorso anni al campo e sulle gradinate del "Nino Ciccione" e per chi ha indossato la casacca neroazzurra. L’U.S. Imperia muore senza troppi sussulti, nell’apatia generale della città e soffocata dai debiti.
Dice la sua anche il sindaco di Imperia Giovanni Gramondo: “Sono profondamente dispiaciuto per quanto è successo. L’U.S. Imperia era un patrimonio di tutta la città: non meritava di finire così. Lo dico da primo cittadino, ma anche e soprattutto da sportivo, tifoso ed ex dirigente. Dell’U.S. Imperia sono stato medico sportivo, consigliere e perfino segretario, in diverse gestioni. La scomparsa dei colori neroazzurri è veramente un brutto colpo. La società ha dato moltissimo: ha tenuto alto il nome della città a livelli elevatissimi. È un vero peccato. L’impostazione che aveva preso la società, le sue scelte, non lasciavano presagire sviluppi positivi. C’è da sperare e da contare che altre nuove società nate recentemente riescano a prendere il posto dell’Imperia nel cuore degli sportivi”.
Quella del sindaco di Imperia, di fatto, è un’investitura ufficiale per l’A.S. Imperia ’87, che resta l’unica compagine neroazzurra operante a Imperia.Il nuovo sodalizio neroazzurro nomina soci onorari anche Carlo Rizzo, Dino Sciolli, Arcangelo Musso e Angelo Duberti, tutti ex presidenti della società scomparsa, come l’attuale presidente onorario Nicolò Temesio e il vice presidente Franco Lanteri, in maniera tale da rafforzare il legame che unisce l’A.S. Imperia ’87 con la gloriosa U.S. Imperia.
L’A.S. Imperia ’87 milita nel campionato di Seconda Categoria, nel girone A, formato da squadre delle province di Imperia e Savona.
Il presidente Niclo Calcagno affida l’incarico di allenatore a Michele Sinagra.
L’A.S. Imperia ’87 ingaggia il portiere Adolfo Ranise dall’U.S. Costarainera, i difensori Alessandro Lamonica dall’U.S. Imperia e Giovanni Bracco, i centrocampisti Agostino Acquarone dall’U.S. Ventimigliese, Massimiliano Moraldo dall’U.S. Imperia e il francese Alain Librato dall’U.S. Pietrabruna e gli attaccanti Roberto Pigliacelli dalla S.S. Argentina Arma e Antonio D’Anca, Danilo Giordano e Cristiano Masuero dall’U.S. Imperia.
Sulle casacche neroazzurre dell’A.S. Imperia ’87 c’è stampato il marchio dello sponsor “Sicauto”, concessionaria “Fiat” di Imperia.
La stagione precedente, il torneo di Terza Categoria aveva al via sei società nuove di zecca (U.S. Poggese ’ 87, U.S. Badalucchese, U.S. Coldirodese, A.S. Imperia ’ 87, U.S. Sanremo 70 e Sanremese F.C. 1904), un club con un passato in categorie superiori (U.S. Sant’ Ampelio), più le cinque formazioni inserite, la precedente stagione, nel girone misto con le formazioni savonesi. Il campionato è nato da una somma di circostanze forse inattese: la sparizione del calcio professionistico a Sanremo, i guai dell’U.S. Imperia, il ritorno di un certo spirito campanilistico in piccoli centri, ha portato a una proliferazione di club che ha dato alla provincia di Imperia la possibilità di organizzare un girone.
Dopo un inizio travolgente, nel quale i neroazzurri vincono tutte le gare, la sconfitta nel derby contro la Sanremese F.C. 1904, disputata al cospetto di ottocento paganti, quasi un record per la categoria, e la successiva contro l’U.S. San Filippo Neri, creano un distacco tra i neroazzurri e i biancoazzurri, che la squadra di Michele Sinagra non riesce più a colmare.
La Sanremese F.C. 1904, con la miglior difesa e il miglior attacco, vince il torneo con sei punti di vantaggio sull’A.S. Imperia ’87: la seconda piazza, questa volta, a differenza di quanto accaduto nella stagione precedente, non è sufficiente per la promozione e i neroazzurri non possono seguire i matuziani in Prima Categoria.
06-11-1988. A.S. IMPERIA ’87–SANREMESE F.C. 1904: 0-2
RETI: 55’ e 80’ Calabria
Tutti questi dati sono tratti da "Imperia calcio, storia di un amore", il sito della storia neroazzurra e dal libro "Il sottile filo neroazzurro. 100 di Imperia e Imperia calcio".
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