mercoledì 5 settembre 2007

Un transfert chiamato desiderio


Nella storia recente, intendo negli ultimi 30 anni, pochi sono stati i calciatori stranieri ad aver indossato la casacca nerazzurra.
Il primo che mi ricordo é l'ala sinistra sudafricana Walter Marco Gei Minietti, con noi nella stagione 1983/1984 ed autore di un gol nella vittoriosa partita interna contro il Casale... bravino, veloce ma anche un po' confusionario, non mi ha lasciato un gran ricordo.
Qualche anno più tardi arrivò il mitico marocchino Mounsef El Haddaoui, più noto a tutti come “marocchino stupratore”: infatti, più che in campo, dove si segnalava per la sua esasperante lentezza, era invece assai rapido “sotto coperta”. Una berrettona austriaca, infatti, lo denunciò per violenza sessuale che il nostro centrocampista avrebbe tentato nei suoi confronti: la notifica della denuncia segnò la fine della sua carriera in nerazzurro, perché da quel momento non lo vedemmo più... una perdita che ancora adesso ci vede affranti. Un altro aneddoto divertente legato a Mounsef é che, in sede di presentazione del “fenomeno” africano, l'XIX (e chi se no), disse che aveva giocato nei Mondiali di calcio del 1986 : e, a suffragare tale tesi, allegava all'articolo, una foto di Mounsef al fianco di Arthur Coimbra detto Zico seduto su una cyclette... chissà in che circostanze il fenomeno marocchino si sarà fatto quella foto... perché effettivamente il Marocco, in quel Mondiale schierava un El Haddaoui, ma si chiamava Mustapha.
Ma è “grazie” all'avvento del master and brother che abbiamo avuto un vero embargo di truppe straniere: nella prima stagione al vertice della sede di piazza d'armi, quella tragica 2002/2003, giunsero una serie infinita di campioni sudamericani. A memoria, ricordo questi nomi: Maciel, Bisogno, Elia, Rivara, Bartucci, Varinotti e Lettura... ma se ne dimentico altri, aiutatemi. Molti di loro erano reduci dalle fortune cinematografiche di “Sogni di cuoio”, una vicenda a tutti voi nota, della quale ci occupammo due anni fa in altra “sede”. Un gruppo di sventurati ragazzi argentini ed uruguagi allenati dall'argentino Maio Kempes, sballottolati qua e là per lo stivale, e dei quali non si hanno più tracce se non per il difensore argentino Elia, lo scorso anno a Vado e Canavese. Nessuno di essi, ha lasciato il segno: forse il solo Bisogno, tecnicamente dotato ma lento ed il sopra citato Elia, che credo ancora ricordi l'ultima partita giocata con noi e soprattutto il dopo partita.
Sempre nella stessa stagione era arrivato dal paese di Heidi il bomber (così dicevano) William Mucci, italiano si, ma, per via della sua militanza nel campionato di serie D svizzera (anche se il master e l'XIX parlavano di serie A), aveva dovuto attendere due mesi e mezzi prima di dimostrare quanto era grammo... si, perché c'era un ostacolo insormontabile per la segreteria nerazzurra: il Transfert! Nell'era di internet, della comunicazione globale, avere in pochi giorni questo benedetto documento é una cosa impossibile.
Lo stesso é poi accaduto due anni fa con il francese Laurent Gorretta, per il quale era trascorso un mese e mezzo prima di vederlo in campo... e stavolta ne era valsa davvero la pena.
Una parentesi a parte meriterebbe, poi, la vicenda di Ousman, il negretto francese, disertore in patria, rifugiato al Parrasio, che girava sempre con uno strano berretto marrone, prima di sparire, anche lui, nel nulla.
Ora é il turno del francese Mickael Marsiglia: da inizio agosto siamo tutti in trepidante attesa dell'ennesimo transfert. Sull' XIX, sabato, il master ha testualmente dichiarato: “I documenti sono già arrivati in federazione a Roma, ma purtroppo, per un disguido non è stata segnata la data in cui ha giocato l'ultima partita in un campionato professionistico: per poterlo tesserare occorre che siano trascorsi almeno 30 giorni dall'ultima partita disputata. Perciò con il Sestri Levante Marsiglia dovrà restare ancora in tribuna, ma da lunedì prossimo (da ieri, quindi, chissà che fermento ci sarà in segreteria) ci adopereremo per far sì che possa essere disponibile a partire dall'incontro successivo”.
Restiamo, quindi, in attesa di questo benedetto transfert per sapere se Marsiglia sarà l'ennesimo cane di legno straniero rifilatoci dal master o il degno erede di Gorretta...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ai tempi del benca, in ritiro a Pontedassio ci fu il giorno del test di cooper. Il marocchino diede non so quanti giri di distacco agli altri, correva come una scheggia, aveva una tenuta per il fondo spaventosa. Danilo Costantini lo guardò e gli disse "Se continui cosi a gennaio riuscirai a crossare la palla e andartela a prendere da solo in mezzo all'aria"

Anonimo ha detto...

ma forse a gennaio non ci arrivo' proprio per le questioni che hai sottolineato tu

Anonimo ha detto...

riguardo agli stranieri, mi viene in mente quello che aveva giocato in canada arrivato a imperia nella gestione cipolla credo. pizzolitto? o qualcosa del genere? Era italiano o straniero?

Anonimo ha detto...

Hai ragione, me ne ero proprio dimenticato. Nevio Pizzolitto, ingaggiato nella stagione 1997/1998 giocò con noi per poche partite: canadese, con chiare origini italiane, il difensore nato nel 1976, ha sempre giocato in Canada, nel Montreal Impact, squadra nella quale gioca tutt'ora. Ha fatto una buona carriera: con la nazionale canadese ha disputato i Mondiali Under 16 a Cuba nel 1992 e quello Under 17 in Giappone nel 1993, ha giocato nella nazionale Olimpica ai Giochi di Atlanta ed infine anche nella Nazionale maggiore, con la quale nel 2003 ha giocato anche la Gold Cup. Ma di lui potrebbe parlarci un nostro lettore, Pino Cipolla, che lo portò ad Imperia nell'autunno del 1997.

Anonimo ha detto...

ma sto marocchino non ho capito se era veloce o lento...

Anonimo ha detto...

Tra gli stranieri od oriundi ti segnalo anche Diego Hernan Ghini, centrocampista del 1974 utilizzato nel 02-03 e poi finito prima ad Alghero, poi ad Alba Adriatica e quindi a San Giorgio Apricena sempre in Eccellenza