Trasferitosi a Genova, fin da giovane comincia a giocare al football (come si diceva all’epoca) ricoprendo il ruolo di portiere e, grazie alla sua abilità, nel 1908 è ingaggiato nelle giovanili della neonata squadra del Genoa Cricket and Football Club.
Tornato a Oneglia Nino Ciccione è definito “impiegato modello” nell’azienda olearia del cugino Pietro Isnardi e mantiene la sua passione per il calcio. Iscritto alle liste di leva di Oneglia col grado di caporale, è inquadrato in fanteria nel 41° reggimento 1° battaglione 4° compagnia “Brigata Modena” ed è già sotto le armi al momento della dichiarazione di guerra all’Austria e all’Ungheria.
La “Brigata Modena” è tra le prime a varcare il confine italico il 25 maggio 1915 e il primo paese che incontra è Caporetto: il giorno successivo, passato il fiume Isonzo, la “Brigata Modena” è impiegata in combattimento contro gli austriaci.Il 25 luglio 1915, nel corso della seconda battaglia dell’Isonzo, sul monte Rossoli, una propaggine del monte Nero, Nino Ciccione è gravemente ferito alla testa: come scritto su un documento dell’epoca “La ferita fu molto grave perché vi fu una fuoriuscita di materia cerebrale, frattura e perdita della volta orbitale e dell’occhio destro. La meninge, rimasta senza protezione, si vedeva pulsare sotto la pelle”.
Dopo esser stato ricoverato presso l’ospedale di Cividale del Friuli, Nino Ciccione torna a casa e riprende il suo posto di lavoro a Oneglia nella ditta “Pietro Isnardi”.
Nel mese di giugno del 1917 è insignito del distintivo d’onore per i mutilati di guerra e si iscrive alla neonata lega anti tedesca e di resistenza interna.
All’inizio del 1918 Nino Ciccione è ricoverato all’ospedale genovese di Pammatone e, operato al cervello, muore il 15 aprile 1918.
Dopo i funerali, la sua salma è trasportata con il treno a Oneglia e sepolta al cimitero cittadino, assieme a quella della madre Giovanna Belgrano, a pochi metri dalla gradinata Nord dello stadio a lui dedicato.
Tutti questi dati sono tratti da "Imperia calcio, storia di un amore", il sito della storia neroazzurra e dal libro "Il sottile filo neroazzurro. 100 di Imperia e Imperia calcio".
9 commenti:
In una città che non ha nemmeno un simbolo degno che la rappresenti, senza andare troppo lontano basti pensare alla "torretta" di Savona, il Nino Ciccione va preservato, migliorato e non snaturato.
Ergo, togliete quelle pitturazioni ridicole date alla stecca degli spogliatoi, cambiate i seggiolini, risanate i distinti prima che crollino, ristrutturate i servizi igienici ecc.ecc.
In una città che nn n frega niente di sto barboni cosa si vuole pretendere....
La storia va rispettata. Hai fatto bene a ricordarlo non solo per la storia sportiva. Ciccione ha combattuto ed è morto perché tutti noi vivessimo in un mondo più libero e giusto e questo non dovremmo mai dimenticarlo 💙🖤
Onore a Nino Ciccione!
R.i.P.
una società seria celebrerebbe questa ricorrenza, invece nulla.... manco un copiaincolla.
Ma anche lo stesso comune di Imperia, visto che lo stadio a lui intitolato è di proprietà comunale....
Ho detto due belinate, eh? Società seria e comune interessato alle vicende della centenaria storia cittadina....
Il comune di Fossano ha concesso un contributo economico di 30000 euro per il Fossano Calcio nostro prossimo avversario su un totale di 100000 euro dati a varie associazioni sportive non.
tranquilli che il post per l'open day delle giovanili per cercare di infinocchiare qualche ragazzo (ora pure le ragazze) lo hanno puntualmente fatto
il Comune di Imperia 40000 euro per l'arrivo di Sergio Mattarella: ecco, finalmente, il difensore d'esperienza (classe 1941) richiesto da Pietro Buttu
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