Copio/incollo dal Secolo XIX a firma Diego David
Come ormai era nell'aria da almeno ventiquattrore, l'Imperia ieri pomeriggio non è scesa in campo nella gara di andata dei play- out contro la Novese: 0-3 a tavolino dunque per gli alessandrini, che rimangono in serie D senza - salvo sorprese clamorose (ma con il governo del calcio italiano non si sa mai) - che si debba disputare la gara di ritorno domenica prossima al "Girardengo" di Novi Ligure.
Attesi i canonici quarantacinque minuti, il direttore di gara, il trentino di origini brindisine Giuseppe Cibaria, ha simbolicamente emesso il triplice fischio che per l'Imperia, alla quarta defezione in questo campionato, significa radiazione dai ranghi della Federazione italiana gioco calcio.
Sabato pomeriggio, infatti, era naufragato il tentativo del plenipotenziario della cordata bresciana Lamberto Zamperlini volto a ricompattare il gruppo dei giocatori che alla vigilia della partita interna con il Ciriè avevano abbandonato la città.
I vari Chiaverini, Moretto, Egnakou, Piscitelli e Francesconi, solo per citarne alcuni, hanno atteso invano che il mediatore veronese arrivasse a Imperia con le garanzie (leggi soldi) pattuite e hanno fatto perdere le loro tracce.
A questo punto rimaneva solo la soluzione di far scendere in campo la Juniores, che su "consiglio" del "governo-ombra" di una società ormai liquefatta, si era allenata quasi in segreto agli ordini di Everest Brilla.
Ma all'ultimo momento i ragazzini (sette-otto) non se la sono sentita di andare incontro a una brutta figura e, tra gli applausi del tifo organizzato nerazzurro, hanno gettato la spugna.
A spiegare quello che è successo è lo stesso tecnico Everest Brilla, che non risparmia di lanciare qualche frecciata avvelenata: «Si è trattato di una decisione estranea allo spogliatoio. Prima della partita c'è stata una riunione e si è deciso di non scendere in campo».
Ma riunione tra chi, tra quali dirigenti, visto che era presente solo il team manager Antonio Benedetto? Brilla ha risposto con una discreta dose di cinismo: «Ormai dirigenti lo erano in tanti. I tifosi, il custode dello stadio, i giornalisti?. Insomma - ha corretto al volo il tiro polemico Brilla - tutti coloro che a vario titolo avevano a cuore i colori nerazzurri».
Per il gruppo dei giocatori "imperiesi" ha parlato il capitano Giacomo Spiaggi: «Non c'erano i presupposti per giocare, perché avremmo dovuto farlo? Per far avere i soldi delle vertenze a quelli che se ne sono andati? Li perderemo tutti. A me, fra l'altro, sono sparite le scarpette dallo spogliatoio?».
Attoniti giocatori, dirigenti e tifosi della Novese. Per tutti ha parlato il dirigente accompagnatore biancoceleste Elio Zuccotti: «Al di là di tutto, è un momento triste. Questo è il peggiore dei modi di ottenere la salvezza. Dispiace più che altro per la città. Pensavamo che la partita si sarebbe giocata comunque, tanto che per due settimane ci siamo allenati seriamente. Non è stato così, peccato».
Zuccotti svela anche un piccolo ma significativo retroscena dell'umiliante gorgo in cui era precipiatata l'Imperia. Racconta il dirigente alessandrino: «Avevamo anche offerto all'Imperia le spese per il viaggio e l'ospitalità di un ristorante a Novi, se avessero avuto difficoltà ad affrontare la trasferta di domenica prossima. Purtroppo non servirà...».
Dispiaciuto anche l'ex nerazzurro Andrea Benassi, oggi in maglia biancoceleste: «Mi dispiace. A Imperia ci sono rimasto tre anni e sono affezionato a questa piazza. Se avessero giocato, almeno potevano ripartire dall'Eccellenza. Auguro, soprattutto ai tifosi, di risorgere presto».
E adesso che cosa accadrà? Facile prevedere che i protagonisti di questa vicenda - l'ex patron Montali, il presidente Mirco Buzzetti, Scarlata e altri - continueranno a scannarsi fra loro.
Ma chi fra gli imperiesi ha veramente a cuore le sorti del calcio non avrà più alibi per non uscire allo scoperto e con grande umiltà ridare ai colori sbiaditi della maglia nerazzurra la dignità e lo smalto di un tempo. I
n attesa che Federazione e magistratura emettano il loro verdetto nei confronti di una società che da ieri pomeriggio non esiste più.
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