Copio/incollo da "La Stampa" a firma Luca Amoretti.
Il futuro dell’Imperia è al centro delle discussioni degli sportivi del capoluogo, tra nebbie, tempeste e spiragli di luce.
Il forfeit con la Novese, la cancellazione della squadra dal campionato dopo mesi di lenta agonia, lo svincolo concesso dalla Lnd ai giocatori e la quasi certa revoca del titolo sportivo (salvo colpi di
coda della vecchia guardia) sono le premesse per provare a voltare pagina e a risorgere, anche se non mancano le difficoltà, su vari fronti.
Intanto, una parte della potenziale classe dirigente nerazzurra è stata spazzata via dopo il fallimento della vecchia Imperia, quella dell’era-Cipolla per intendersi, con squalifiche e proposte di radiazione per numerosi dirigenti che oggi potrebbero magari dare almeno un contributo di esperienza e di competenza.
A ciò si aggiunge un certo timore che imprenditori e professionisti imperiesi nutrono nei confronti di un club sportivo che negli ultimi anni ne ha viste di tutti i colori, collezionando una serie incredibile di pessime figure.
coda della vecchia guardia) sono le premesse per provare a voltare pagina e a risorgere, anche se non mancano le difficoltà, su vari fronti.
Intanto, una parte della potenziale classe dirigente nerazzurra è stata spazzata via dopo il fallimento della vecchia Imperia, quella dell’era-Cipolla per intendersi, con squalifiche e proposte di radiazione per numerosi dirigenti che oggi potrebbero magari dare almeno un contributo di esperienza e di competenza.
A ciò si aggiunge un certo timore che imprenditori e professionisti imperiesi nutrono nei confronti di un club sportivo che negli ultimi anni ne ha viste di tutti i colori, collezionando una serie incredibile di pessime figure.
Sarebbe una società del tutto nuova, questo è evidente, che non erediterebbe debiti e pendenze delle gestioni Montali e Trade Line, ma la recente storia nerazzurra ha contribuito a disamorare più di uno sportivo e ha forse spaventato anche eventuali interessati, specie quelli più seri,
provenienti da fuori regione.
Eppure qualcosa, in città, si muove e il clima di disperazione dei giorni scorsi lascia balenare qualche spiraglio di speranza, al quale i tifosi più irriducibili si aggrappano. Ci sono contatti, e forse anche alcune trattative, tra i dirigenti delle altre realtà calcistiche locali e limitrofe, per tentare di unire le forze e ripartire. Nel mirino anche la ricerca di un nome (forse un vecchio titolo sportivo non più utilizzato) che consenta di non far sparire per sempre l’Imperia e gli sponsor indispensabili per compiere i rimi passi.
provenienti da fuori regione.
Eppure qualcosa, in città, si muove e il clima di disperazione dei giorni scorsi lascia balenare qualche spiraglio di speranza, al quale i tifosi più irriducibili si aggrappano. Ci sono contatti, e forse anche alcune trattative, tra i dirigenti delle altre realtà calcistiche locali e limitrofe, per tentare di unire le forze e ripartire. Nel mirino anche la ricerca di un nome (forse un vecchio titolo sportivo non più utilizzato) che consenta di non far sparire per sempre l’Imperia e gli sponsor indispensabili per compiere i rimi passi.
Un’ottima idea, nata forse ancor prima del tracollo nerazzurro, ma difficile da concretizzare in tempi brevi. Non è infatti facile trovare la quadra e una conseguente soluzione che permetta all’Imperia di tornare a calcare l’erba del «Ciccione». Starebbero infatti emergendo dissapori
tra i vari clan e, tanto per cambiare, esisterebbero due «partiti», con obiettivi e progetti diversi... Proprio quello che sarebbe necessario evitare: la situazione appare già abbastanza ingarbugliata
e il rischio che una città capoluogo di provincia rimanga pressoché senza calcio è più che fondato.
tra i vari clan e, tanto per cambiare, esisterebbero due «partiti», con obiettivi e progetti diversi... Proprio quello che sarebbe necessario evitare: la situazione appare già abbastanza ingarbugliata
e il rischio che una città capoluogo di provincia rimanga pressoché senza calcio è più che fondato.
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