"Siete la Riviera dei Fiori che usa le maglie e il nome sacro dell'Imperia"

venerdì 25 gennaio 2008

La legge è uguale per tutti?


Copio un messaggio di "un ultras" che commentava un articolo letto su sanremonews. Questo l'articolo:
"Un giovane tifoso dell'Imperia, M.M., ventiduenne residente a San Bartolomeo al mare, è stato condannato questa mattina dal Giudice Luigi Sanzo a due mesi di arresto, pena poi condonata per effetto della recente legge sull'indulto, per violazione della norma che vieta lo scavalcamento e l'invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive. I fatti risalgono all'8 Maggio del 2005 quando il tifoso, difeso oggi in aula dall'avvocato Elena Pezzetta, scavalcò le recinzioni dello stadio imperiese 'Nino Ciccione', per raggiungere la zona degli spogliatoi e proferire minacce nei confronti dell'allora presidente dell'Imperia Calcio, Gianfranco Montali. Per quanto riguarda il reato di minaccia la denuncia venne poi ritirata pertanto il giovane, peraltro già diffidato dagli stadi di tutta Italia, è stato giudicato solamente per la citata normativa che tutela il corretto svolgimento delle manifestazioni sportive".
Questo l'articolo. Ora riporto il commento di "un ultras" che condivido in pieno:
"In italia se sei stato condannato siedi in parlamento, se sei un truffatore che evade 1.800.000 euro di tasse vivi seren invece, se sei un tifoso di calcio ti limitano la libertà di pensiero e di espressione, se sei un ultras ti limitano la libertà personale!!! VERGOGNA!!!!CONTRO LA REPRESSIONE, LUNGA VITA AGLI ULTRAS".
Quel pomeriggio c'ero e so come sono andate le cose: non c'è stata alcuna invasione di calcio, ma solo, al fischio finale, tutti quelli che erano nella Nord, al fischio finale dell'ultima gara di quel torneo di Eccellenza 2004/2005, si sono recati verso gli spogliatoi per far festa coi ragazzi della squadra... c'era ben poco da festeggiare, un quarto posto ad oltre 25 punti dalla capolista Sestrese, ma la voglia di divertirsi era ancora tanta: così, siamo entrati negli spogliatoi, ci siamo fatti dare le magliette dai nostri calciatori ed abbiamo inscenato una battaglia a colpi di gavettoni e secchiate d'acqua, con grande protagonista, tra gli altri, il mister P(ost)ino Cavallaro. Nei pressi c'era il master con il figliolo: c'è stato un semplice scambio verbale (non paroline dolci, ma neanche chissà quali minacce) e la cosa è finita lì.
Il giorno dopo sul Secolo XIX si parlava, invece, addirittura di un'irruzione di vandali, che avevano derubato tutto il materiale tecnico e aggredito il master... ma si sa, così va il mondo...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Solidarietà a chi a fatto un gesto che tutta imperia avrebbe dovuto fare!!!!

Anonimo ha detto...

solidarietà a chi non merita tale trattamento. questo stato è una vergogna e penalizza solo i lavoratori onesti. onore a M.M. che sappiamo tutti essere un grande amico. non mollare!!!

Anonimo ha detto...

be, se ceri vai a testimoniare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Si prenderà una multa ke gli ultras nn potranno pagare.E i genitori gli romperanno il cu....lo.Non potrà piu andare allo stadio!E speriamo che ha un lavoro!Solidarietà?I prossimi potrete essere voi,e dalla mia esperienza vedrete ke kasini!

im1923 ha detto...

anonimo, se mi fosse stato richiesto e se fosse stato necessario avrei testimoniato: l'ho già fatto in occasione del processo nei confronti dei gestori del sito dei "S.U.I. 1982" che, fortunatamente, si è concluso con esito positivo. In questo caso, invece, c'era poco da fare: è la normativa che è assurda e stupida e, peraltro, all'epoca dei fatti, poco nota a tutti. Al fischio finale siamo entrati in campo, da un cancello aperto dietro la Nord e dopo il fischio finale. La legge, quindi, è stata applicata e alla lettera e solo con un minimo di buon senso si poteva evitare di arrivare ad una condanna... ma si sa, così vanno le cose: in Parlamento si sputano in faccia e si mettono le mani addosso e nessuno gli dice niente e continuano a prendere stipendi che noi ci sognamo, mentre se sei in uno stadio, per una cosa analoga, vieni sbattuto al gabbio. W l'Italia!